Scoprire il Lazio: Il Latius Vetus e le sue popolazioni

Il territorio dell’attuale Lazio è stato, fin dai tempi più remoti, strategicamente e commercialmente molto importante, tant’è che tracce di primi insediamenti sono attribuibili già ad epoche preistoriche. Per questo motivo le città ed i paesi di questa regione custodiscono ancora oggi tantissimi tesori che testimoniano un passato particolarmente florido. Potete dunque organizzare un tour del Lazio alla scoperta delle antiche popolazioni che hanno abitato questa vasta zona prima e durante l’epoca romana, con un percorso particolarmente vario e stimolante.
In età imperiale, secondo quanto riportato da vari studiosi dell’epoca (tra cui Plinio il Vecchio e Strabone) questa Regione dell’Italia era suddivisa in Latius Vetus, territorio compreso tra Tevere e Circeo e Latius Adiectum (aggiunto) che dal Circeo giungeva fino alla città di Sinuessa. Il termine "latino" deriverebbe da Latino, figlio di Circe ed Odisseo che, insieme ai suoi fratelli, regnava sui Tirreni. Plinio, nei suoi scritti, parla di 30 popoli federati che abitavano il Lazio e che facevano capo alla grande città di Alba Longa, posta con ogni probabilità lungo il lago, sotto Monte Albano.
Qui, la divinità Iuppiter Latiaris aveva il suo principale luogo di culto e sempre qui, nell’attuale Monte Cavo, si svolgevano le famose feriae Latinae cui prendevano parte tutte le popolazioni laziali. Il territorio era compreso fra costa, pianura pontina, Tevere ed Aniene e vi si parlavano vari dialetti di una stessa lingua, a testimoniare un antico radicamento delle genti latine fin da epoche remote.

Le popolazioni del Latius Vetus
Sempre secondo gli scritti di Plinio il Vecchio, a nord dell’Aniene si trovavano i Sabini, nella parte appenninica, vicino Tivoli vi erano gli Equi, i Rutuli erano insediati nella zona di Ardea, gli Ernici nella Valle del Sacco, ad Anagni e, successivamente, i Volsci nella pianura pontina. I Colli Albani, dunque, nella fase più antica della storia del territorio costituivano il fulcro della civiltà laziale, anche per la presenza, come precedentemente accennato, della potente città di Alba Longa.
I confini del Latius Vetus sono individuabili con sufficiente precisione: a nord il corso del Tevere, ad est i Monti Prenestini e Cornicolani, a sud i Colli Albani ed il territorio ardeatino. Negli scritti di Plinio e Strabone il Latius Vetus giungerebbe fino a Circeo ma è ormai accertato che Anzio, Velletri e Satrico hanno origini volsche nonostante i continui cambiamenti di confini tra Latini e Volsci, quest’ultimi una popolazione umbra di provenienza centro-appenninica. Da un punto di vista politico-amministrativo il Latius Vetus presentava un frazionamento maggiore rispetto a quello successivo alle conquiste di Roma, quando molti dei centri minori scomparvero. Al tempo del Foedus Cassianum erano circa dodici gli stati indipendenti del Lazio, tra cui Roma, Aricia, Lanuvium, Ardea, Tibur e Gabii. La guerra latina non portò cambiamenti sostanziali all’assetto del Latius Vetus tranne per il fatto che molte città vennero annesse a Roma, perdendo la loro indipendenza.

La costa da Terracina ad Anzio, storia e tracce delle popolazioni del Latius Vetus
Secondo una leggenda, la città di Circe fu fondata dai romani sotto Tarquinio il Superbo. Già nel V sec a.C. si trovava in questi luoghi la mitica Bea, l’isola abitata dalla maga Circe, venerata come una dea in un santuario fondato dai coloni romani. Nel 491 a.C. questa città sarebbe stata occupata dai Volsci comandati da Coriolano, un dominio di breve durata e del quale nessuna traccia vi si trova attualmente. Nel 393 a.C. i Romani vi fondarono una colonia il cui centro abitato dell’antica Circei corrisponde all’attuale San Felice Circeo, in una posizione favorevole per essere difesa. Sono molte le testimonianze archeologiche visibili sul promontorio del Circeo, tutte risalenti al periodo compreso tra il II ed il I sec. a.C., quando vennero costruite sontuose ville.
Tra le meglio conservate potete ammirare la cosiddetta Villa dei Quattro Venti o di Marco Emilio Lepido, estesa su ben 8000 metri quadrati suddivisi in tre terrazzamenti artificiali sorretti da imponenti mura. Sul punto più altro del monte (541 m) si trovava, invece, il luogo sacro dedicato a Circe, del quale ora resta solo un possente basamento. Il trattato romano-cartaginese (509 a.C.) di cui parla anche Polibio, è il primo documento ufficiale nel quale vi è la prova del controllo da parte dei Romani e dei popoli latini del Latius Vetus, nella cui pertinenza territoriale ricadeva questo tratto di costa e le città di Terracina (Anxur) ed Anzio (Antium). Nel documento erano contenute una serie di regole per la navigazione nel Tirreno delle flotte dei Romani e dei Cartaginesi ed a questi ultimi era espressamente vietato il danneggiamento delle popolazioni di Anzio, Terracina, Ardea, Lurentio, Circeo e di tutte quelle che ricadevano sotto il dominio di Roma.
Questo documento riporta il nome dei due primi consoli della Repubblica di Roma, insediati dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo e la fine definitiva dell’età regia. Ciò pone una nuova luce anche su degli scritti di Dionigi di Alicarnasso nei quali c’è un elenco delle popolazioni latine alleate di Roma durante la decisiva battaglia del lago Regillo nel 494 a.C. e fra queste vi sono Cora (Cori), Circei (Circeo), Satricum (Conca) e Velitrae (Velletri) alle quali deve essere aggiunta Terracina. Tutte città della parte meridionale del Lazio per cui è plausibile affermare che tutto il territorio pontino fino al mare a partire dal VI sec. a.C. era sotto il dominio di Roma che aveva avamposti militari sul territorio per difenderlo da incursioni marittime e da quelle di popoli dell’entroterra, primi fra tutti i temibili Volsci che pare abbiano fondato la stessa Terracina.
I Romani nel 406 a.C. si insediarono definitivamente in questo luogo facendo prosperare la città, ubicata in un punto strategico per il passaggio verso la Campania. Potete visitare molti dei resti urbani della Terracina romana, che si trovano sia sulla collina che nel centro cittadino. Il Foro Emiliano, la Cattedrale che ingloba una parte di un tempio romano, un tratto dell’antica Via Appia con resti di un colonnato e del teatro di Silla. Vi sono ancora pochi resti delle mura costruite dai Volsci, sormontate però da quelle costruite nel V sec. a.C. Sul Monte Sant’Angelo, poi, potete vedere il complesso del Tempio di Giove Anxur oppure visitare il Museo Civico Archeologico che conserva interessanti resti delle varie epoche.

Soggiornando presso il Parco della Gallinara Camping Village ad Anzio, potete organizzare escursioni nelle zone di cui si è parlato, andando alla ricerca delle testimonianze degli antichi popoli latini. Non solo, questa struttura è in un punto strategico anche per visitare le isole pontine ed i siti archeologici Etruschi, senza contare il fatto che è stato riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario poiché ha mantenuto intatto l’habitat naturale della macchia tipicamente mediterranea.

18/02/2019
popolazioni latine laziolatius vetus

PRENOTA ORA